GIOIELLO DI LOGGIA
della
R\ L\ "AKH EN ATON" n. 1132 all'Or. di Pavia
Il gioiello di Loggia è stato
creato dallo scultore Massimo Squillace che in una piccola e grande opera ha
saputo racchiudere tutto l'esoterismo su cui si fonda la stessa Loggia che le
ebbe a dare l'incarico. Il Gioiello appeso ad un nastro colorato con il nero (discesa
all'inferno), il
bianco (Resurrezione) e il rosso
(Ascensione)
viene portato come collarino dai fratelli di Loggia. I tre colori stano ad
indicare in campo esoterico = il Nero la morte, il Bianco la resurrezione e il
Rosso l'ascensione. Nel
Libro dei Morti vengono illustrati i tre stadi che il defunto, posto
all'interno della piramide, doveva attraversare per giungere alla Luce.
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dalla
Cattedrale Notre Dame de Paris ............
Analizzando le dodici figure del
lato destro,
troveremo, nella fila superiore,
il primo bassorilievo dove vi è una donna che
regge un medaglione circolare in cui si vede un corvo,
simbolo del colore
NERO.
La donna simboleggia la fase della putrefazione.
Questo simbolismo è molto
importante perché
ricorrente,
nel senso che,
nella Grande Opera,
compaiono molte putrefazioni
-
almeno quattro. Esse devono avvenire, la colorazione nera che le
caratterizza è indice della perfetta miscela delle materie prime
contenute nell'Uovo filosofare:
la materia deve putrificare e modificarsi
per poi poterne estrarre i principi e gli elementi propri degli
alchimisti. La sostanza alchemica,
a questa condizione,
si chiama anche 'pece nera',
sale bruciato,
piombo fuso,
Merlo di Jean,
Occidente,
Tenebre,
Morte, Mortificazione del
Mercurio...
Con queste
putrefazioni si separa il PURO dall'IMPURO (altra
analogia con la simbologia cristiana della separazione dei puri dagli
impuri,ai quali è riservata la sinistra,
come i due ladroni accanto a Gesù
sulla croce...simbolo alchemico del crogiolo,
ricordiamolo).
Il successivo medaglione
mostra una donna che reca il simbolo del serpente
che si avvinghia sulla verga d'oro:
è l'effigie del Mercurio filosofico.
Il serpente indica la natura
aggressiva e solvente del Mercurio,
che assorbe avidamente lo zolfo metallico e lo trattiene
così fortemente che la coesione non può più essere vinta.
Il serpente indica il mercurio al
suo primo stadio e la verga d'oro,
lo zolfo corporale che gli si aggiunge.
Il
corpo risultante da questa 'coesione'
si definisce "Mercurio Filosofico",
è l'immagine del caduceo,
è la materia o AMALGAMA al
primo grado.
Nella successiva figura,
una donna dai lunghi capelli che si agitano come
fiamme;
rappresenta la calcinazione,
che ha bisogno dell'azione violenta del fuoco;
essa stringe al
petto il disco della salamandra,
che vive nel fuoco e si nutre nel fuoco.
Indica il 'SALE CENTRALE',
incombustibile
e fisso,che conserva la propria natura anche nelle ceneri dei metalli
calcinati e che gli Antichi chiamavano 'sperma metallico'.
Con la forza del fuoco,
le parti combustibili vengono
distrutte e restano solo le parti pure,
che possono essere estratte con la
lisciviazione. QUESTO
FUOCO CHE COS'E'? E' lo
Spirito racchiuso nelle cose,
la scintilla vitale comunicata dal
Creatore alla materia inerte.
Fulcanelli restò egli stesso,
'fermo'
20 anni per capire cosa fosse questo
'fuoco' e da dove provenisse,
esso è chiuso nel fondo della sostanza oscura,
è il raggio igneo,
ma nemmeno Fulcanelli
si sbilancia a dirci di più e ci rimanda a testi ancora più antichi.
La scienza ermetica usa la
segretezza per scoraggiare gli approfittatori e perché,
nelle fasi di preparazione,
anche una goccia di sostanza fatta
cadere accidentalmente,
dicono i testi, potrebbe causare gravissimi danni.
Descrivere tutti i simbolismi presentati da Fulcanelli non
è possibile,
ma una menzione è necessaria per
la figura che si vede
(a
metà)
nella fila superiore:
è
L'Evoluzione
-
Colori e regimi della Grande
Opera.
Se tutto procede
correttamente,
'secondo
natura',
l'alchimista potrà osservare dei
cambiamenti di COLORE nel suo composto.
l'Orifiamma dai tre
pennoni, che regge la donna del medaglione,
simboleggia i Tre colori
principali,
il Nero,
il Bianco ed
il Rosso.
Altri colori intervengono ma per il
loro carattere transitorio non sono ritenuti considerabili.
Essi indicano la continuità e la
progressione delle mutazioni interne.
In ogni
tempo è esistita una 'lingua dei COLORI',
unita intimamente alla religione
e che nel Medioevo riappare nelle vetrate delle cattedrali Gotiche.
Il
NERO è
attribuito a Saturno
(in spagiria divenne
il geroglifico del Piombo;
in
astrologia è un pianeta malefico,
nella scienza ermetica è il 'drago nero' o piombo dei
filosofi,ecc.). E' il colore
del CAOS
primitivo,
nel quale gli spermi
di tutte le cose sono confusi e mescolati.
Emblema dell'elemento
terra,
notte,
morte.
Come nella GENESI il giorno
succede alla notte,
la luce succede all'oscurità ed
essa ha come colore il BIANCO.
Giunta a questo
stadio,
la
materia è ormai libera da ogni impurità,
perfettamente lavata ed
esattamente purificata.
Il
BIANCO è il colore
degli INIZIATI,
quello di chi abbandona le
tenebre e segue la luce.
Spiritualmente
rinnovato.
Il
ROSSO è il colore del FUOCO,
esaltazione,
predominio,
sovranità,
forza
e apostolato.
La sostanza alchemica
sottoforma di cristallo o polvere rossa,
volatile
e fusibile,
è a questo punto
penetrante e adatta a trasmutare in oro i metalli volgari,
a 'guarire i
lebbrosi',
ovvero coloro che sono malati e
infermi
(metaforicamente
adattabile a coloro che non hanno Illuminato le menti).Questi
concetti non sono facili,ma
ricordiamo che i 'Libri Ermetici'
sono chiusi con molti sigilli e che occorre spezzarli uno ad uno se si
vuole comprendere.
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Per gratitudine riteniamo
riportare una breve storia dello scultore.
Max Squillace
Sito Web dell'artista
Nato nel 1946 a Zinga, nella provincia di Crotone,
nel '63 si trasferisce a Milano, successivamente a Brugherio, nel 2001 a Trezzo
s/Adda - MI. Frequenta il liceo Artistico di Brera e dopo il diploma, si iscrive
all'Accademia di Belle Arti, dove segue il corso di scultura tenuto da Luciano
Minguzzi e Nino Cassarli. Ma, più che all'accademia, è nella fonderia artistica
dove saltuariamente lavora che apprende i rudimenti della scultura.
Nel '67, su segnalazione del prof. Paganini, suo
insegnante di modellato al liceo, inizia a lavorare alla RAI, dove realizza fino
al '69, anno in cui viene chiamato da Ro Marcenaro e Paolo Villani presso una
casa di produzione cinematografica per animare la plastilina in uno spot che
reclamizza un noto amaro. Questa attività lo impegna, dandogli però modo di
dedicarsi anche alla scultura, sino al 1981. È in questi anni che collabora,
sempre come animatore, anche con Bruno Bozzetto, Armando Testa, Maurizio
Nichetti.
Dopo le prime esperienze con le animazioni, da
alle sue plastiline un'impronta personale, dove il modellato prende il
sopravvento. Ne consegue un continuo susseguirsi di immagini in divenire dalle
quali spesso trae spunto per fusioni in bronzo. Tutto mira quindi alla sua
formazione: la scultura è sempre presente. Nel 1971, dopo un breve soggiorno a
Parigi, in collaborazione con altri brugheresi e appoggiato dall' allora sindaco
Ettore Giltri e dall'assessore Luciano Rossi da vita a Brugherio alla Comunità
d'Arte, che trova spazio nei locali di Villa Sormani, e ne assume la presidenza.
È del 1975 la sua prima opera pubblica, una serie
di cinque pannelli realizzati in cemento armato sulla facciata del palazzo
Municipale di Ornago; dell'anno successivo è il monumento al Bersagliere di
Melzo. Nel 1978 realizza il monumento al Donatore di Sangue, commissionatogli
dall'AVIS di Brugherio, che simboleggia la solidarietà fra gli uomini. Nello
stesso anno conosce lo scultore Orazio Barbagallo con il quale si lega in
un'amicizia che li porterà nel 1988 ad unirsi all'associazione culturale 'I
Mestieri delle Arti' con altri artisti: Fettolini, Lesma, Teruzzi e Valcamonica.
Ultimo in ordine di tempo è il monumento ai Caduti di Trezzano Rosa e il
progetto per la realizzazione dell'area circostante. Sempre nel '75 partecipa a
una mostra di scultori contemporanei assieme a Bodini, Capello, Cassinari,
Fabbri, Fiume, Meloni, Giò Pomodoro, Sassu, Treccani ed altri che si svolge a
Cadorago, Seregno e Monza. L'esposizione alla galleria Art 54 di New York,
curato da Marianne Duteurtre gallerista e mecenate, alla quale è legato da
profonda amicizia, segna l'inizio di una lunga serie di viaggi all'estero che lo
portano in Svizzera, Germania, Olanda, Belgio, Austria e in Francia dove, a
Mouans-Sartoux nel 1994, realizza una meridiana in pietra e bronzo per il
giardino della villa dei signori Burke e a Vence, nel 1995, una fontana in
pietra della Sine per il giardino del Centro d'Arte VAAS. A Nashville nel
Tennessee (USA) nel 1996 realizza due pannelli di notevoli dimensioni per
l'interno di un "music restaurant". In tutti questi paesi ha allestito mostre
personali che hanno sempre suscitato l'interesse dei visitatori e della stampa.
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